
L’Intelligenza Artificiale stà rivoluzionando il mondo della creatività. Software in grado di scrivere poesie, comporre musica e dipingere quadri stanno portando alla luce un interrogativo fondamentale per il diritto d’autore: quando un’opera è creata da un’IA, chi ne detiene i diritti? La risposta non è semplice e apre scenari giuridici completamente nuovi.
L’opera d’ingegno: il fondamento del diritto d’autore
Tradizionalmente, il diritto d’autore tutela le “opere dell’ingegno di carattere creativo” che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura,1 al teatro e alla cinematografia. L’elemento chiave è la creatività umana, l’impronta personale dell’autore che rende l’opera originale e meritevole di protezione.
L’IA entra in gioco: l’autore è una macchina?
Con l’avvento di strumenti di IA generativa come ChatGPT, DALL-E, Midjourney e altri, la linea di demarcazione tra creatività umana e artificiale si fà sempre più sfumata. Questi software, alimentati da enormi database di dati, sono in grado di produrre opere che, in molti casi, sono indistinguibili da quelle create da un essere umano. Sorge quindi spontanea la domanda: un’opera creata da un’IA può essere considerata un’ “opera dell’ingegno”? E se sì, chi ne è l’autore?
Possibili scenari e questioni aperte
Al momento, non esiste una risposta univoca a livello legislativo. Diversi sono gli scenari ipotizzabili:
- L’IA come strumento: In questo caso, l’IA è vista come un mero strumento nelle mani dell’utente, che fornisce l’input creativo e dirige il processo di creazione. L’utente, quindi, sarebbe considerato l’autore dell’opera. Questo approccio è simile a quello che si applica, ad esempio, a un fotografo che utilizza una macchina fotografica. Tuttavia, la complessità degli algoritmi di IA e la loro capacità di apprendere e creare in modo autonomo rendono questa analogia sempre meno calzante.
- L’IA come autore: Alcuni sostengono che, in caso di output generati in modo autonomo dall’IA, sia la stessa IA a dover essere considerata l’autore. Questa ipotesi, sebbene affascinante, si scontra con l’attuale impianto normativo, che riconosce la titolarità dei diritti d’autore solo alle persone fisiche o giuridiche. Un’IA, al momento, non rientra in nessuna di queste categorie.
- Nessun autore, opera di pubblico dominio: Un’altra possibilità è che le opere generate dall’IA non siano protette da copyright e siano quindi di pubblico dominio. Questa soluzione, se da un lato potrebbe favorire la diffusione della conoscenza e la creazione di nuove opere derivate, dall’altro rischierebbe di disincentivare l’innovazione nel campo dell’IA, in assenza di una tutela per gli investimenti in ricerca e sviluppo.
- Il programmatore dell’IA come autore: Si potrebbe considerare l’ipotesi di attribuire la paternità dell’opera al programmatore o allo sviluppatore del software di IA. Tuttavia, anche in questo caso emergono criticità. Il processo creativo dell’IA è spesso imprevedibile, e il programmatore potrebbe non avere alcun controllo sull’output specifico generato dal software.
- Un diritto sui generis: la soluzione che si stà facendo largo è quella di introdurre una protezione sui generis per le opere generate con l’ausilio dell’IA, come già avviene in altre branche del diritto della proprietà intellettuale (ad esempio per le banche dati).
Le implicazioni per artisti, aziende e utilizzatori
La mancanza di chiarezza normativa crea incertezza per tutti gli attori coinvolti. Gli artisti che utilizzano l’IA come strumento creativo si chiedono se le loro opere siano protette e come possono tutelare i propri diritti. Le aziende che investono nello sviluppo di software di IA necessitano di un quadro normativo chiaro per poter monetizzare i propri investimenti. Gli utilizzatori di contenuti generati dall’IA devono essere consapevoli dei potenziali rischi legali, soprattutto in caso di utilizzo commerciale.
Il ruolo del legislatore e l’importanza della consulenza legale
È evidente che il legislatore è chiamato a intervenire per colmare il vuoto normativo e fornire risposte adeguate alle sfide poste dall’IA. L’Unione Europea, con l’adozione dell’AI Act, compirà a breve un passo importante in tal senso, ma la materia del copyright è ancora ai margini della riforma. Nel frattempo, è fondamentale per chi opera in questo settore avvalersi di una consulenza legale specialistica per valutare i rischi e le opportunità connessi all’utilizzo di strumenti di IA generativa e per costruire una strategia di tutela efficace.
Il nostro studio legale è in prima linea nell’affrontare le nuove sfide del diritto d’autore nell’era dell’IA. Contattaci per una consulenza e scopri come possiamo aiutarti a proteggere la tua creatività, anche quando l’autore… è un algoritmo.